Grande successo ad Ascoli per assemblea sul No al Referedum costituzionale

Cremaschi : A rischio anche i principi della prima parte. Ma possiamo vincere la battaglia con il voto. Mobilitarsi tutti

Ascoli Piceno -

"L'Usb dice no all'approvazione della riforma costituzionale con il referendum del prossimo ottobre, e lancia
fin da subito una campagna di mobilitazione di tre mesi in tutte le Marche per dare voce al popolo, ai cittadini, ai lavoratori e
informarli sulle numerose modifiche introdotte dal Parlamento alla Costituzione ( 47 articoli) e sulle conseguenze per la società e la democrazia
se queste nuove norme entrassero in vigore." Lo ha ricordato ad Ascoli sabato 25 giugno Andrea Quaglietti, segretario regionale, intervenendo
al convegno sul referendum di autunno, organizzato presso la libreria Rinascita con la partecipazione dell'ex leader Fiom Giorgio Cremaschi (Forum diritti e lavoro)
degli avvocati Maria Agliata (docente all'ateneo di Macerata) e Francesco Ciabattoni (presidente di "Fare"), e per l'Usb di Claudio Alegrucci e Francesco Bracciani.
"Si tratta di una riforma che non solo accentra i poteri nell'Esecutivo e non taglia i costi della politica - ha detto Quaglietti , davanti ad una
folta platea di simpatizzanti -
ma riduce ancora gli spazi demcoratici e rappresentantivi soprattutto nei luoghi di lavoro.
L'Usb promuoverà altre assemblee in regione il 16 luglio a San Benedetto e poi a settembre ad Ancona, e chiede fin da ora
che tutti i Comitati del No che stanno nascendo nell'Ascolano si uniscano in un Coordinamento generale.
Il 23 settembre in programma uno sciopero generale nazionale".
Secondo l'avvocato Agliata, "con le modifiche introdotte si prosegue nella compressioni dei diritti e del pluralismo già in corso da 10 anni e si rischia di aprire
la strada all'autoritarismo". Molto seguito e apprezzato il lungo e appassionato intervento di Giorgio Cremaschi, che ha sostenuto come "questa controriforma sia
solo l'ultima tappa di un percorso iniziato già negli anni Ottanta fa con la scala mobile, e che mira alla distruzione della Costituzione e all'azzeramento
di tutti i diritti sociali, con il fine di favorire i movimenti liberi del capitale e del mercato.
Non è vero che non si toccano i principi stabiliti nella prima parte
della Carta - ha sottolineato Cremaschi - perchè essi sono stati già ridotti o cancellati da tempo con l'approvazione di varie leggi ordinarie
sul lavoro. Il principio dell'uguaglianza fissato come obiettivo reale nel 1948 e codificato nell'art.3 è a rischio, tanto più se si lega alla modifica già
in vigore dell'art.81 (pareggio del bilancio che significa che lo Stato non può fare più debiti e quindi non può creare servizi pubblici) e
all'Italicum, legge elettorale che permette ad una lista che prende il 25% di ottenere il 55 % dei seggi e governare senza ostacoli".
Ed ha concluso : "Questo referendum si può vincere, perchè il popolo, come dismostrano i recenti risultati elettorali, si sta svegliando .
La partita è ancora tutta da giocare."