I lavoratori della sanità devono lavorare in sicurezza.
Presentato esposto alle Procure della Repubblica della Regione Marche
Ieri, 19 Marzo, USB ha inviato a tutte le Procure della Repubblica della Regione Marche, un esposto nel quale viene chiesto di appurare se sussistano responsabilità penali riguardo alla carenza di Dispositivi Individuali di Protezione, nelle strutture sanitarie regionali. Sono infatti molteplici le segnalazioni della carenza, se non della mancanza, di dispositivi quali mascherine FFP2 e FFP3, camici monouso impermeabili e occhiali, anche fra i Medici, gli Infermieri gli Oss tecnici di radiologia ausiliari e del personale sanitario impegnati nei reparti di terapia intensiva e negli ospedali e servizi territoriali per affrontare emergenza Covid-19, nonché le segnalazioni dell' insufficienza delle semplici mascherine "chirurgiche".
Fuori da ogni logica appaiono inoltre, alla luce del diffondersi e della portata dell'epidemia e di fronte all'evidenza che gli asintomatici rappresentano la maggioranza - lo screening di massa effettuato a Vo' Euganeo lo dimostra chiaramente - disposizioni di servizio e linee guida che non prevedono alcun tipo di protezione per alcune categorie professionali che, pur non essendo "in prima linea" nella lotta al virus, sono comunque a stretto contatto con l'utenza.
Già il 25 febbraio, cioè quando l'epidemia sembrava confinata e limitata a alcuni sporadici casi in Lombardia e Veneto, avevamo chiesto come USB Marche chiarimenti su quali misure stesse prendendo l'ASUR e le altre Aziende Sanitarie regionali per predisporre DPI sufficienti a fronteggiare una più che probabile emergenza e se i posti letto di terapia intensiva e attrezzature quali respiratori, fossero sufficienti. Nessuna risposta è stata data.
Il risultato è drammaticamente sotto gli occhi di tutti e evidenzia a nostro avviso, se non la superficialità, l'incapacità di prevedere l'evolversi dell'emergenza. Mascherine, camici monouso e occhiali, mancano e Infermieri e Oss Ausiliari tec.di radiologia ecc. sono costretti a proteggersi con mascherine improbabili o addirittura "fai da te" e a convivere quotidianamente da una parte con la paura e dall' altra con la rassegnazione.
Ed è altrettanto evidente e sotto gli occhi di tutti, il numero crescente di Operatori sanitari positivi al Corona virus, nelle Marche circa 500!
Tutto ciò è inaccettabile e di questo abbiamo chiesto che vengano appurate le responsabilità, se ve ne sono, è intollerabile che il personale sia costretto a operare in condizioni che non rispettano gli standard di sicurezza e USB ritiene che tale contesto, a fronte della tempistica di diffusione del virus a partire dai primi casi in Lombardia e Veneto, sarebbe stato evitabile e costituisca una gravissima mancanza di previsione del rischio, con conseguenze e ricadute sulla salute pubblica e su quella degli Operatori sanitari che vanno, invece, immediatamente dotati di adeguati dispositivi di protezione.
Purtroppo la Storia non insegna niente e sembra ripetersi ciclicamente, ai nostri "eroi" sui vari fronti di guerra qualcosa di carta o di simile bisogna dare, ieri in Russia gli scarponi, oggi sul fronte della lotta al Covid-19, a Infermieri e Oss e a tutti i lavoratori che operano in sanità, le mascherine.
USB Marche