Marche: i tagli alla sanità della giunta Regionale, come una scure sulla Sanità Pubblica. 23 gennaio manifestazione
Tagli per 148 milioni di euro è quello che apprendiamo dal bilancio di previsione approvato a fine 2023, dalla nostra politica regionale. Tagli che si ripercuoteranno inevitabilmente sulla salute dei cittadini e sul destino degli operatori sanitari precari presenti nelle nostre aziende, sulle stabilizzazioni, sulle assunzioni a tempo indeterminato e sull’ampliamento ulteriore dei tempi delle liste di attesa.
Si continua a tagliare sulla sanità come se fosse l’unica soluzione per pareggiare i conti, a discapito dei cittadini che si vedranno negato il diritto alla salute sancito dalla nostra costituzione (art.32).
Mentre il PNRR? Ossia i fondi erogati dallo stato per rilanciare il paese e favorire cambiamenti sull’ economia, che fine ha fatto?
Le case della salute necessarie all’abbattimento delle liste di attesa sono state create? E se si con quale personale? E come sono organizzate?
C’è stato un potenziamento sanitario territoriale? La risposta è NO.
Per la nostra politica regionale i tagli fatti prima e pienamente apprezzabili durante la pandemia Covid non sono bastati per rendersi conto che la sanità fa acqua da tutte le parti, che questo sistema sanitario regionale non è più in grado di andare avanti e non sarà in grado di sopportare future situazioni di emergenze sanitarie.
Mancano all’appello settemila operatori tra medici e infermieri sul tutto il territorio marchigiano, e le aziende più colpite da questa carenza e con il maggior numero di precari risultano essere TORRETTE e AST Ascoli Piceno; per non parlare delle graduatorie concorsuali di idonei di infermieri e OSS che sono state cestinate alla scadenza per favorire nuovi concorsi con conseguente sperpero di denaro che poteva essere utilizzato per altre più importanti esigenze.
La Corte dei conti Marche nella sua relazione rispetto al 2022 ha evidenziato che riguardo al tetto di spesa per il personale la regione Marche ha utilizzato 12 mln di € in meno!
E che quindi il tetto di spesa rappresenta una vera e propria scusa per depauperare il personale sanitario, un vero e proprio attacco alla sanità pubblica e sui posti di lavoro nel Servizio Sanitario Regionale.
Non dimentichiamo inoltre i corsi di laurea di indirizzo sempre meno attrattivi e con sempre meno laureati.
La replica a questo scenario catastrofico è sfortunatamente quello dell’avanzamento della privatizzazione sul pubblico, infatti la Regione a mezzo stampa pochi giorni fa ha detto che aumenterà il finanziamento per la sanità privata e convenzionata, aumentando le disuguaglianze tra chi può e non può, aumentando lo sfruttamento del lavoro in termini di ore e con salari minimi degli operatori, e quindi LA SALUTE COME SCOPO DI LUCRO.
Come organizzazione sindacale USB denunciamo queste scelte raccapriccianti, fatte da politici in grado solo di starsene dietro ad un tavolo, dimenticandosi che prima di essere politici, sono loro stessi utenti del SSR, e come tali dovrebbero aspirare ad un potenziamento e una eccellenza dei nostri ospedali, favorendone l’attrattiva lavorativa e di prestazione.
USB Marche contrasterà con tutte le proprie forze per chiedere un cambio della Politica sanitaria regionale chiedendo risorse adeguate e assunzioni stabili da graduatorie concorsuali e mobilità in aggiunta al personale in essere che deve essere stabilizzato subito, utilizzando tutte le risorse disponibili per garantire la salute dei cittadini delle Marche che, va ricordato, è un diritto costituzionale e non un privilegio.
Invitiamo alla Manifestazione, già indetta da USB Prov.le Ascoli Piceno, che si terrà il 23 gennaio, dalle ore 10:00 davanti al Palazzo della Regione Marche a difesa della Sanità Pubblica.
USB Marche