L’anniversario della morte di Giuseppe Lenoci
È passato un anno dalla tragica morte di Giuseppe Lenoci e, come spesso accade, le posizioni cambiano in maniera bizzarra. Basta riprendere in mano il Corriere Adriatico, il Resto del Carlino, Cronache Fermane e altre testate di quei giorni per rendersi conto dell’ipocrisia di alcune sigle sindacali.
Nella mattinata di lunedì 14 febbraio 2022 in un incidente sul lavoro perdeva la vita il giovane Giuseppe Lenoci, studente al Centro di Formazione Professionale "Artigianelli" di Fermo. Si, incidente sul lavoro, perché è vero che Giuseppe è deceduto in un incidente stradale a Serra de' Conti (AN) ma questo è avvenuto in itinere, mentre, come passeggero, raggiungeva un cantiere di lavoro a circa 120 Km da casa e dalla sede dell'azienda per la quale stava svolgendo obbligatoriamente lo Stage Formativo – PCTO.
Alla morte di Giuseppe, avvenuta soltanto a pochi giorni di distanza da quella di Lorenzo Parelli colpito da una trave ed a poche settimane da quella di Giuliano De Seta, schiacciato da un blocco di metallo, i collettivi studenteschi hanno dato vita a circa 50 manifestazioni in altrettante città italiane.
Nella mobilitazione organizzata a Fermo in Piazza del Popolo dal Collettivo Studentesco Depangher, alcune sigle sindacali che oggi si affannano a rilasciare dichiarazioni di facciata, non le abbiamo viste. Erano presenti in quella manifestazione: Casa del Popolo di Fermo, Rifondazione Comunista, Riconquistiamotutto, Fiom, Usb e naturalmente, gli organizzatori, i ragazzi di Depangher, oltre che gli studenti e molte altre persone in rappresentanza della cittadinanza sconvolta dall’accaduto.
Le sigle sindacali che oggi, a distanza di un anno, si strappano le vesti per commemorare Giuseppe, avallano nella contrattazione collettiva questi sistemi di reclutamento e di sfruttamento degli studenti impiegati in attività lavorative spacciate come formazione. Appare quindi surreale la posizione di Cgil Cisl Uil e della Rete degli Studenti Medi che oggi dicono “L'obbligatorietà dell'alternanza Scuola-Lavor, necessita di una profonda revisione”.
Come Usb, abbiamo da sempre contestato l'Alternanza Scuola/Lavoro, gli stage formativi, i PCTO e abbiamo assunto una posizione chiara chiedendone l’abolizione poiché i ragazzi vengono gettati nel calderone del lavoro non qualificato in cui sguazzano le aziende che piegano la Formazione Professionale alle loro esigenze con tutto ciò che ne consegue per la sicurezza e la salute dei giovani.
Gli studenti, infatti, non dovrebbero mai trovarsi in una fabbrica, o altro luogo, a lavorare, ma in una classe ad imparare anche perché, lo ricordiamo, sui luoghi di lavoro perdono la vita mediamente 3 persone al giorno oltre ad infortuni gravi e gravissimi per cui non sono assolutamente luoghi sicuri per ragazzi di 16/18 anni.
Anche per questo USB si sta battendo per l’introduzione del reato di omicidio sul lavoro e di arrecato danno per lesioni gravi e gravissime.
Come Usb saremo sempre al fianco dei lavoratori e degli studenti che lottano per un lavoro dignitoso e per un percorso scolastico di qualità e in sicurezza.
USB Fermo
Fermo, 16.02.2023